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IL PROFESSORE ROMUALDO


ENRICO CASTELNUOVO

IL

PROFESSORE ROMUALDO


6º Migliaio.

ROMA
CASA EDITRICE A. SOMMARUGA E C.

1884.


Proprietà Letteraria

Tip. della Camera dei Deputati — Stab. del Fibreno.


[5]

I.

Il dottor Romualdo Grolli, assistente alla cattedradi matematica in una Università del regno, edilettante di chimica nel suo privato laboratorio,sedeva una mattina del maggio 1861 davanti allasua scrivania, intento a copiare una Memoria da leggersinell'Accademia scientifica e letteraria dellacittà. Il tema, enunciato in un breve preambolo,era il seguente: Determinare il volume della porzionedi cono circolare retto che resta compresotra un segmento circolare, un segmento iperbolicoavente comune col circolare la corda e laparte del manto conico che la chiude. Svolgendoil simpatico argomento, il dottor Romualdo eragiunto a questo punto interessantissimo del suolavoro:

dal triangolo A H G avremo H G = x sen ysen α

e si compiaceva assai dell'evidenza di questa dimostrazione,[6]quando intese bussar leggermenteall'uscio.

— Chi è? — egli gridò infastidito, tenendo sospesain aria la penna.

— La posta — rispose una voce femminile alquantofessa; e in pari tempo la signora Salsiccini,vedova di un impiegato alle ipoteche epadrona di casa del professore, entrò nella stanzae consegnò al suo pigionale una lettera appenagiunta. Il dottore prese quella lettera distrattamentefra le dita e la posò sul tavolino, poiscrisse in continuazione della sua Memoria: Neviene che l'area del segmento parabolico che siprojetta in G H sarà 23 2 y x sen ysen α. Posto qui unpunto fermo, egli si degnò di slanciare unosguardo sull'epistola recatagli dalla sua padrona.

Intanto la signora Dorotea Salsiccini, che erauna donnetta matura, corta, asciutta e linda dellapersona, era uscita senza far rumore, dopo averabbassato le tendine di una finestra e aver spolveratola spalliera di una seggiola col rovescio delgrembiale.

— Chi può scrivermi da Genova? — disse ilprofessore (lo chiameremo spesso con questotitolo) quand'ebbe esaminato per dritto e per rovesciola sopraccarta. È inutile soggiungere cheegli non manteneva una corrispondenza moltoattiva. Ma la meraviglia e il turbamento dell'egregiouomo furono assai maggiori allorchè gli funoto il contenuto del foglio. Eccolo:

[7]

«Genova, 12 maggio 1861.

«Stimatissimo Signore,

«Quantunque io non abbia l'onore di conoscerla,nè di essere da Lei conosciuto, La pregodi voler recarsi immediatamente a Genova perragioni di estrema importanza. Sarei venuto iostesso costì se mi fosse stato possibile di assentarmiper un paio di giorni, ma mi è forza attendereallo scarico del mio bastimento. D'altraparte, non credo opportuno di affidare alla postale comunicazioni che debbo farle e le cose chedebbo consegnarle. Io mi tratterrò in Genovaper

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