DEL MEDESIMO AUTORE:
La Compagnia della Leggera, novelle L. 3 50
MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1908
PROPRIETÀ LETTERARIA
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti ipaesi, compresi la Svezia, la Norvegia e l'Olanda.
Milano. — Tip. Treves.
L'AMORE DI LOREDANA
— Prendi quelle valigie e portale in questoscompartimento. Su, presto, che il treno riparte!
La voce nota diede un sussulto a Loredana,che stava sola, ancora col velo grigio abbassatosugli occhi, come quando era partita da Venezia.
— In questo? — domandò il facchino.
— Ma sì, su questo!...
Filippo salì, sorrise a Loredana, si volse aprender dalle mani del facchino le valigie, lecollocò sulla rete, e sedette infine di fronte allagiovane, con un sospiro di sollievo. Poco dopo,lo sportello era chiuso e il treno riprendeva lamarcia.
Filippo non aspettò altro, e si chinò a baciarle mani dell'amica, poi il volto e le labbra, senz'attenderech'ella raccogliesse il velo sullafronte.
— Hai fatto bene, — egli disse, enunziando[2]mille pensieri in una volta. — Siamo soli. Fraun'ora saremo giunti. Sai chi ho trovato allastazione di Venezia? Mi hai visto parlare con unsignore alto e calvo? È il conte Lombardi: miha invitato a pranzo per lunedì, e ho accettato.Dove saremo lunedì?... Ma tu, cara, sei spaventata?...Quanta gratitudine ti debbo, cara!... Vedrai:non aver paura, non accadrà nulla, nonti toccheranno, non ti faranno nulla....
La campagna triste fra Verona e Peschieraera sinistramente illuminata dalla luce sanguignadel tramonto che alcune nuvole grige interrompevano.
Loredana non diceva parola, tenendo le manitra le mani di Filippo, sempre col viso celatoda quel velo bigio, che pareva la togliesse dalmondo, l'allontanasse da tutti, la dovesse nasconderecome una delinquente.
— Ascoltami, cara, — seguitò Filippo. — Haiscritto alla mamma?
— Sì....
— Che cosa le hai scritto?
La fanciulla non rispose subito. Le veniva innanziagli occhi della mente la visione della suacasetta bianca nel campiello solitario; e la mammache ogni mattina entrava a chiederle checosa desiderasse per colazione; poi la mammausciva, andava per la spesa, e, tornata, preparavala colazione per la figliuola, che con unavestaglia bianca e lunga, raccoglieva intanto icapelli intorno alla testa e si guardava nellospecchio e si dava un po' di cipria e si sorrideva.La vestaglia bianca e lunga era stata abbandonata,anche quella, come tutto il resto....[3]
— Le ho scritto, — rispose Loredana scuotendosi. — Leho scritto che non si dia pensiero;che avrà mie notizie.... Voglio scriverle anchestasera, subito.... Si può?
Filippo scosse la testa.