GARIBALDI E MONTEVIDEO


GARIBALDI
E
MONTEVIDEO

DI
ALESSANDRO DUMAS

VERSIONE ITALIANA

MILANO

DALLA TIPOGRAFIA DI F. MANINI
1859.

[3]

AGLI
EROICI DIFENSORI
DI MONTEVIDEO

Alessandro Dumas.

[5]

Prefazione.

Quando l'ombre della più fiera tirannide infestavanoogni contrada Italiana, e gemeva incatenato ilpensiero, ed i santi aneliti di Patria e di Libertà conduceanoal patibolo, un nostro concittadino dava sdegnosole spalle alla terra del servaggio, e ne' verginilidi d'America innalzava fiammeggiante e temuto ilvessillo della Libertà. E noi, vigilati da birri e oppressidalla somma dei mali, che quattro secoli di tiranniatraggon seco, tendevamo pur fiduciosi l'orecchioal magico nome di Garibaldi, e la storia de' suoitrionfi ci inebriava di animose speranze. Parve allaper fine giunto il dì del riscatto — e il gran Battaglierodi Montevideo toccò la sacra terra d'Italia. Ilsuo valore parve ivi addoppiarsi: le sue imprese diLuino e di Roma a tutti son note: Garibaldi salvòfaccia all'Europa l'onore delle armi italiane.

[6]

Sinistrati i nostri destini, e cacciato dalla sua terranatale, Egli ricalcò le vie dell'esilio, e trovò nelle contrade,che noi chiamiam barbare, ospitali accoglienze.Ma Egli, prode come Scipione, vive in terra stranierapovero come Fabrizio e Cincinnato, e le contingenzein cui versa, son tali da sollevare un grido di sconoscenzacontro i suoi ingrati fratelli, se Garibaldipotesse mandar mai altro grido che d'Indipendenza eLibertà.

In una sua lettera che Egli scrive ad un amico diGenova noi vi leggiamo queste parole, che diamo senzacomenti. «Se alle volte per inaspettato evento potesseroi miei figli abbisognare del necessario, io tiscongiuro ad impegnare, o vendere la mia spada,dono dell'Italia.» E più sotto alludendo alla speranzadi procacciare colla sua industria una onoratasussistenza alla sua famiglia — «A difetto poi l'altenon temo, e l'umili non sprezzo imprese — e lamia destra è capace ancora di stringere un ferroper il mio paese — od un remo per alimentare imiei bimbi.»

Quest'Uomo, che ogni giorno in America poneva arepentaglio la sua vita in difesa d'una libera causa,e che pur non avea con che accendere un lumicinoin sua casa — quest'Uomo che in Roma non prese[7]mai soldo, e che il dì prima dell'entrata de' Galli rifiutò20 mila scudi romani inviatigli dal marcheseConstabili ministro delle finanze della Repubblica, gemeora nelle più afflitte fortune e nel disagio d'ogni benepiù necessario alla vita. E noi suoi fratelli di patria,e d'amor nazionale, non manderemo una voce che loconsoli, non spargeremo d'un fiore il suo amarissimoesilio?

Egli è ben noto come la Stampa, inspirata daiferoci nemici dell'Italia, nulla abbia omesso pergittare la menzogna e lo scherno su quest'uomo generoso,chiamandolo condottiero e capitano di ventura.Ma le voci dei pochi venduti al potere ebberosolenne mentita nella testimonianza d'illustri intelletti,

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