ARTURO GRAF
Miti, Leggende e Superstizioni
DEL
MEDIO EVO
VOLUME I.
IL MITO DEL PARADISO TERRESTRE
IL RIPOSO DEI DANNATI
LA CREDENZA NELLA FATALITÀ
TORINO
ERMANNO LOESCHER
FIRENZE ROMA
Via Tornabuoni, 20 Via del Corso, 307
1892
PROPRIETÀ LETTERARIA
Torino — Stabilimento Tipografico Vincenzo Bona.
AD
ANGELO MESSEDAGLIA
IN SEGNO
DI GRATITUDINE ANTICA
D'INCANCELLABILE AFFETTO
. . . . . Thou hast deserved of me
Far, far beyond whatever I can pay.
Robert Blair.
Dei tre scritti che compongono il presente volume ilprimo può dirsi affatto nuovo, dacchè quello che io pubblicai,sono ora quattordici anni, col titolo La leggendadel Paradiso terrestre, altro non fu, a paragon diquesto, che un embrione, o uno schizzo; il secondo riapparecon nuovo titolo e qualche piccolo accrescimento; ilterzo corredato di note, onde prima fu privo.
Sarei lieto se tutti e tre potessero parere ajuto noninutile a quel libero studio della mitologia cristiana che,quanto è meritevole di favore, tanto è lontano ancoradal compimento.
È ormai notissimo a tutti che la immaginazione diuno stato di felicità e d'innocenza di cui gli uominiavrebbero goduto nell'inizio dei tempi, e dal qualesarebbero poi decaduti, immaginazione che porge argomentoad uno degli antichi racconti tradizionali chevennero a raccorsi e collegarsi nella Bibbia, e formacome il luogo d'origine di tutta la rimanente storiache ad essa consegue; non è una immaginazione particolare;non appartiene in proprio a quel libro; maè generalissima e diffusissima, e appare, con formevarie e mutabili, nei libri e nelle tradizioni di moltereligioni diverse, ed è parte vivace e saldissima dellacomune e spontanea credenza umana, tanto che questarimanga impenetrata alla scienza e riottosa alla critica.Noi la troviamo su tutta la faccia della terra,dovunque son uomini; essa era già nata quando nonera ancor nata la storia; essa vive presentemente;essa vivrà per lungo tempo ancora in avvenire, benchèpremuta da ogni banda e incalzata da nuovo pensieroe da nuova coltura. Gl'Indi, gli Egizii, gl'Irani, i Cinesi,le varie famiglie dei Semiti, i Greci, i Latini, iCelti, i Germani conobbero il mito: se, lasciato ilvecchio mondo, attraversiamo i mari, noi ritroviamoil mito in America, in Oceania, nelle ultime plaghedi terra abitata che cingono il polo.
E in tutti i tempi, e fra tutte le genti, sotto sembianzequando simili in tutto, quando leggiermentedisformi, il mito serba la stessa sostanza di concettoe la stessa significazione, e secondochè più direttamentee