DI
J. C. L. SIMONDO SISMONDI
delle Accademie italiana, di Wilna, di Cagliari,
dei Georgofili, di Ginevra ec.
Traduzione dal francese.
TOMO VI.
ITALIA
1818.
STORIA
DELLE
REPUBBLICHE ITALIANE
Carestia e peste in Italia. — Nuove fazionidi Pisa. — Guerre del re d'Ungheriae della regina Giovanna. — SecondoGiubileo.
1347 = 1350.
Il quattordicesimo secolo forma unadelle più gloriose epoche dell'Italia; perciocchèin verun tempo vi si coltivaronole lettere con maggior ardore, nè furonviaccolti ed onorati i dotti con maggioreentusiasmo: in verun altro tempo non siacquistarono tanti lumi nè si disseminaronocosì generalmente tra gli uomini;in niun altro secolo furono tramandatialla posterità più nobili monumenti delgenio creatore, o del più ostinato lavoro.[4]Il rinnovamento delle greche e latine lettere,la creazione dell'idioma italiano edella moderna poesia, l'arte d'insegnarela politica nella storia e di dare agli uomininel racconto degli avvenimenti unalezione allettatrice ad un tempo ed istruttiva;il perfezionamento della giurisprudenza,i rapidi progressi della pittura,della scultura, dell'architettura e dellamusica, sono cose di cui l'Europa vadebitrice agli Italiani del quattordicesimosecolo. Ma quest'epoca, che per tanteragioni vuol essere attentamente studiata,non fu per l'umanità egualmente felice.Molte di quelle virtù che innalzano ilcarattere degli uomini, che associandosialle loro passioni, le nobilitano, eranoaffatto scomparse, ed avevano preso illoro luogo que' ributtanti vizj che deturpanola storia che noi scriviamo. Sicurimezzi per giugnere alle principali carichenelle corti de' principi erano la vile adulazione,la bassezza, l'intrigo, il vizio.I piccoli sovrani offrivano lo scandalosoesempio di tutti i delitti; la più ributtantedissolutezza regnava nell'interno de' loropalazzi; il veleno e l'assassinio erano ognigiorno adoperati a mantenere il loro governo,e numerose bande di sicarj vivevanoal soldo de' sovrani, i quali ne[5]ricompensavano i servigi con una illimitataprotezione. Nelle case principesche,la passione di regnare, non raffrenata daltimor del delitto, eccitava frequenti rivoluzioni,preparate dalla più nera perfidia,consumate coi più atroci delitti, oprevenute con orribili crudeltà. Nei tribunaliun potere arbitrario e spesso ingiustotrovava nella punizione dei delittiuna sorgente di ricchezze per il sovrano,che, sospettoso per avarizia, valutava leprove estorte colla tortura e castigavagli accusati con orrendi supplicj. L'ambizione,che nelle faccende politiche preferivaper vincere il tradimento alle armi,distruggeva la fede de' trattati, la sicurezzadelle alleanze, ogni legame d'amiciziatra i popoli. Truppe mercenarie,perfide, crudeli, sacrificavano in guerrail proprio sovrano al ne