Da un carteggio inedito
DI
Giosue Carducci
CON PREFAZIONE
DI
ANTONIO MESSERI
Tutto che io dico e scrivo in privatonon ha nè paura nè vergogna maidel sole.
Carducci, XII, p. 404.
DITTA ZANICHELLI | LICINIO CAPPELLI |
BOLOGNA | ROCCA S. CASCIANO |
COEDITORI |
Proprietà artistica e letteraria della Casa editrice L. Cappelli,Rocca s. Casciano, la quale, avendo adempiuto alle formalitàche la legge prescrive, provvederà, non solo contro lecontraffazioni, ma anche contro le imitazioni. Legge 19 settembre1882, N. 1012. Tutti i diritti di traduzione e di riproduzione,anche parziale, sono riservati.
Le copie non firmate si ritengono contraffatte.
Rocca s. Casciano, 1907. — Stabilimento tipografico Cappelli.
A VALFREDO CARDUCCI
[1]
Tra le moltissime lettere che GiosueCarducci scrisse alla signoracontessa Silvia Baroni SemitecoloPasolini, parve opportuno scegliereoggi le diciotto che vedono la luce, nonpure perchè esse lumeggiano l'anima delPoeta e gli ultimi anni della vita di Lui,sì anche perchè ve n'ha alcuna la qualerende solenne giustizia a chi la ricevette,e vuol riaffermato, in conspetto de' contemporaneie de' posteri, l'alto pensiero di libertàe d'idealità insieme, onde il Carduccirifulse e rifulgerà nei secoli. Questa pubblicazione,adunque, è un affettuoso e puroomaggio alla memoria sacra del Poeta e[2]dell'Amico, ed in parte anche un doverosoadempimento della sua volontà.
Un'inesatta, se non del tutto erronea,credenza si diffuse tra 'l pubblico dopo cheil Carducci fu colpito dal malore che lentamentelo condusse al sepolcro, ed inispecie dopo che ebbe lasciato l'insegnamento;e ciò è che ben presto Egli fossedivenuto, come in quella del corpo, cosìnella vita dello spirito, l'ombra di sè stesso.
Eppure la sua mente, se anche andò apoco a poco facendosi più lenta a renderei concetti e a dar forma adeguata alle immagini,si mantenne lucidissima e viva finoall'ultimo: e queste lettere, che giungonoalla vigilia della sua morte, meravigliosamentelo attestano.
«Questa maledizione di dover dettare,o non poter scrivere se non lentamentecol lapis, mi dispera e toglie energia allemie lettere» — scriveva Egli al Chiariniil 24 decembre del 1901; ma bisognadire che, non ostante l'imperfettocorrisponder degli orga