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Claudio Paganelli, Carlo Traverso and the Online Distributed Proofreading Team.

EMILIO DE MARCHI

VECCHIE STORIE

DUE SPOSI IN VIAGGIO.

La giornata spuntò serena e limpida per gli sposi, che dopo averriposato una notte a Como, continuarono il loro viaggio verso laTremezzina. L'acquazzone del giorno prima aveva posto nell'aria ibrividi precursori del non lontano ottobre e le cime dei monti, especialmente delle Alpi, brizzolate di neve, splendevano sotto unraggio alquanto diluito e raffreddato nell'atmosfera trasparente.Qualche giogo più acuminato usciva dalle altre vette, in un vestitoroseo, allegro come quello d'una fanciulletta il giorno di Pasqua,sotto un cielo chiaro chiaro; e scendendo a poco a poco lungo laschiena dei monti, dopo il verde giallo dei pascoli rasi, vedevi ilverde bruno dei castani, poi sterratelli bianchi di campi seminati asaraceno, poi ancora i colori vivaci dei giardini e il bianco dellevillette, che scappavano innanzi al battello, dolci dolci, come lecartine in un organetto a manubrio.

Bastiano, lo sposo, stando in piedi, osservava queste meraviglie conun cannocchiale da teatro, che si era fatto prestare da qualcuno, equando una folata d'aria l'investiva più fortemente, di sotto allelenti, incartocciava la faccia, socchiudeva gli occhi, con quellaespressione dolorosa, che hanno certe slavate sindoni d'altare dicampagna.

Si era anche abbottonato il suo bel soprabito d'autunno color d'uvapassa, tutto fino al bavero, ma di sotto, la valigietta dei denari,posta a tracolla, e in croce a questa l'astuccio del cannocchiale,cadendo sui due fianchi, facevano un rigonfiamento in fondo allaschiena, che dava delle arie d'inglese al signor Bastiano Malignoni diMonza.

Nel passare sul battello dimenticò d'essere un uomo alto e urtò il suocappello nuovo, incatramato, d'un bel taglio tutto monzese, contro unvoltino, facendovi dentro un'ammaccatura a triangolo, che egliportava, senza saperlo, con una certa dignità.

Prima ancora d'arrivare a Torno, ebbe un battibecco col revisore deibiglietti, perchè gli sposi avevano in fallo occupati i primi posticoi biglietti dei secondi: fatto sta che il signor Bastiano dovette infaccia a tutti i signori e a tutte le signore inglesi pagare unadifferenza, arrossendo fino alle orecchie, come s'egli avesse avutointenzione di non dare a Cesare quel ch'è di Cesare.

Spiegò poi l'abbaglio a Paolina, dimostrandole come sui «bastimentid'acqua» quel che è primo per i vagoni di terra diventa ultimo, e quelche ivi è ultimo qui diventa primo, precisamente come vedremo nellavalle di Josafat, il giorno del giudizio universale.

Paolina, la sposa, stava zitta, come se non gliene importasse, econtinuava a girare sopra sè stessa in contemplazione di tutto lospettacolo che aveva intorno, voltando per caso un poco di spalle almarito.

Essa vestiva un abito povero, povero, color ferro brunito, ma la sposadi provincia la si conosceva all'oro giallo della sua guarnizione, alcappellino col pettirosso schiacciato in un angolo, cinto da una granveletta celeste, che svolazzava, stridendo e folleggiando sulla testa,sulle guancie, pallide, e sul collo, con vibrazioni serpentine.

Il sole dopo uno svolto, la investì in un momento che Bastianorisaliva il ponte, talchè, in vederla, gli parve che al luccicar dellegioie e al contrasto del

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