BERTRANDO SPAVENTA
LA FILOSOFIA ITALIANA
NELLE SUE RELAZIONI
CON LA FILOSOFIA EUROPEA
NUOVA EDIZIONE
CON NOTE E APPENDICE DI DOCUMENTI
A CURA DI
GIOVANNI GENTILE
BARI
GIUS. LATERZA & FIGLI
TIPOGRAFI-EDITORI-LIBRAI
1908
PROPRIETÀ LETTERARIA
A NORMA DELLE VIGENTI LEGGI
Stampato in Trani, coi tipi della Ditta Tipografica EditriceVecchi e C.
[v]
Questo libro, che ora si ristampa con note eun'aggiunta di lettere dell'autore e di suo fratelloSilvio, utili a illustrarne l'origine e gl'intenti,vide la luce in Napoli nel 1862 col titolodi «Prolusione e introduzione alle lezioni difilosofia nella Università di Napoli, 23 novembre — 23dicembre 1861»[1]. Titolo troppo generico,almeno oggi, e però mutato nella presenteedizione in quello suggerito dallo stesso soggettodel libro: La filosofia italiana nelle sue relazionicon la filosofia europea. Nel '62, infatti, aNapoli, contro i filosofanti giobertiani e nazionalisti,avversarii dell'insegnamento hegelianoinaugurato quell'anno nell'Università, il titoloscelto dallo Spaventa aveva un evidente significato,che s'è andato poi via via oscurandosempre più, mentre quell'Università è diventataquel che è diventata; al punto che esso ora potrebbeforse suonare rimprovero o ironia.
[vi]
Pure, la situazione spirituale della cultura italiana,nella quale il libro sorse, non si può diresostanzialmente diversa dalla presente. E peròil libro, rispondendo al desiderio di molti, dopocirca mezzo secolo ritorna alla luce. I giobertianisono tutti spariti; e non c'è più nessuno forseche abbia la fisima della filosofia nazionale. Matutti intanto tornano a guardare, — come mezzosecolo fa a Napoli, — con animo tra curioso eansioso, ad Hegel; e molti, sgomenti delle difficoltàcon cui questi si presenta sempre allementi più solide e più vigorose, invocano unoSpaventa che mostri la via di pervenire all'intelligenzadella parte vitale di quella dottrina, edi sperimentarne e gustarne la verità. Al luogodei giobertiani ci saranno i positivisti, i prammatisti,i neo-spiritualisti e altri e altri sbandatidella filosofia, dai quali questa deve ognigiorno difendersi, con la storia alla mano, dimostrandoi proprii diritti acquisiti. In vece deinazionalisti ci sono altri avversarii, che, comequelli pretendevano la marca nazionale, nons'acconciano a prendere sul serio e mettersi astudiare una filosofia se non ci vedono la marcascientifica: rappresentanti questi come quellidella pigrizia e dell'inerzia intellettuale e morale,di cui non v'ha ostacolo più grave a chivoglia rianimare con le intuizioni profonde esincere della vita gli studi e lo spirito d'una nazione.E così, mutatis mutandis, la questioneche importa, oggi come nello scorcio del 1861quando lo Spaventa si riprometteva, iniziando[vii]il suo insegnamento a Napoli, di promuovere dilà un profondo risve