GABRIELE D’ANNUNZIO
VITE DIUOMINI ILLUSTRI E DIUOMINI OSCURI
LA VITA DI COLA
DI RIENZO
FRATELLI TREVES EDITORI.
MILANO. MCMXIII
Proprietà letteraria.Riservati tutti i diritti.
Copyright by Fratelli Treves, 1912.
Si riterrà contraffatto qualunque esemplare di questaopera che non porti il timbro a secco dell’Autore.
Tip. Treves.
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LA VITA DI COLA DI RIENZO DESCRITTA
DA GABRIELE D’ANNUNZIO
E MANDATA AD ANNIBALE
TENNERONI SUO AMICISSIMO.
Se tu veda per la prima volta il ritrattodi Erasmo dipinto da Hans Holbein,pur dopo aver letto l’Elogio della Folliai Colloquii e le chiliadi degli Adagi, credidi avere per certo dinanzi a te in quel puntola figura intiera del filosofo da Rotterdamo,in carne e in ispirito, quasi per improvvisolume di ragione e di rivelazione, qual nont’era apparsa dal paziente studio delleopere. Forse l’effigie offerta dalle suescritture alla tua mente non differiva dimolto da quella dei tanti Eruditi in berrettonedi velluto e in zimarra di vaio,che nella vecchia Basilea degli stampatoricuravano le edizioni di Giovan Froben,come ad esempio quel Sebastiano Brandt[viii]giuriconsulto e conte palatino il quale disotto al peso delle Pandette sapeva un pochettinsorridere al pari del Fiammingo cuicon la Nave dei Folli aveva pur dato l’ideadell’Elogio. Ma ecco che, a un tratto, l’amicodi Aldo Manuzio e di Pietro Bembo assumedinanzi a te aspetto di uomo incomparabilee inimitabile, non somigliando adalcun altro, immoto nella sua propria veritàed eternità. Guardalo. Egli è là di profilo,con la sua berretta nera in capo, col roboneazzurrognolo, nell’atto di scriveretenendo il foglio sopra il declivio di unvolume dalla rilegatura vermiglia. Nell’attenzionele sue palpebre s’abbassano sugli occhi di solito guardinghi; la boccaè chiusa e ripiegata profondamente negliangoli, piena di sapienza, di prudenza ed’ironia; il naso lungo ma scarno, dallenarici ampie e delicate, è come la sedeespressiva di un senso acuito e vigile, chefiuta nelle mutazioni della vita il sentoredei più tenui soffii. Delle mani l’una tienela penna con la facilità della consuetudine;[ix]l’altra, inanellata, tiene fermo il fogliosotto le dita chiuse egualmente; ed entrambevivono esperte e placide nell’eserciziod’ogni giorno. Scrivono forse il comentoall’adagio “Nihil inanius quammulta scire„? una epistola adulatoria macauta a Leone Decimo o al quarto Adrianoo a Carlo Quinto? Esse non vivono mendel volto, diverse da tutte le altre manimortali con le lor dita grinzose le unghiecorte le fitte pieghe palmari, come la fogliacon le sue nervature dentature spartituregualcita dal vento rósa dal bruco inargentatadalla chiocciola è dissimile alle miriadidelle sue compagne pendule nella foresta.
Ecco che, per virtù d’un prodigio operatosopra una tavola con pennelli e colori pochi,tu hai conosciuto il famoso Erasmo nonsoltanto in carne ma in anima, non soltantoin vista ma in essenza; cosicché ti sembrache non gli olii abbiano stempr BU KİTABI OKUMAK İÇİN ÜYE OLUN VEYA GİRİŞ YAPIN!
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