CAPELLI BIONDI


CAPELLI BIONDI

ROMANZO

DI

SALVATORE FARINA

MILANO
LIBRERIA EDITRICE G. BRIGOLA
Corso Vittorio Emanuele, 26

1876


Proprietà letteraria

Milano — Tipografia Sociale — S. Radegonda, 6.


[5]

 

Quando queste pagine, che ora raccolgo in volume,si presentavano al pubblico nelle appendici d’un giornale,Caio, mio buon amico, mi scriveva: «questa voltasi dirà che hai voluto far del realismo» e mi consigliava....indovinate?... una prefazione!

Io risposi a Caio che mi bastava la coscienza di averfatto questa volta niente di più o di meno delle altre:«avuta, cioè, un’idea, essermi ingegnato di esporlaaccettando i personaggi acconci a darle un po’ d’evidenza,accettando le scene necessarie a far muovere ipersonaggi, accettando i colori indispensabili al vero.».

Risposi a Caio: «la parola realismo non mi spaventa...anche perchè non la comprendo, ed ho visto convera consolazione che coloro i quali più l’hanno inbocca essi pure non sanno bene che significhi.

Risposi a Caio: «un’arte sola esiste, quella checerca di unire il bello al vero, ed ha braccia più larghe[6]della misericordia di Dio che dicono sterminata (qualchevolta non parrebbe proprio, vedendo la confusioneche lascia nei cervelli degli umani); nell’amplesso diquest’arte ci sta l’idealismo, forma esso pure del vero,chè l’uomo è per lo meno metà matematico, metà sognatore;ci sta la scuola dell’arte utile, ci sta quella dell’arteper l’arte, ci stanno il sentimento, la poesia, lasatira, in una parola l’uomo intero; solo l’affettazione,l’esagerazione, il partito preso di trovar tutto bello otutto brutto, di cercar sempre l’ottimo o di cercarsempre il pessimo, solo questo non ci sta».

Risposi a Caio che le prefazioni le avevo in orroretutte quante, che non ne volevo fare per nissun conto.

E l’ho fatta.

S. Farina.

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CAPELLI BIONDI

I.Sette eretici festeggiano un Santo.

«.... Un Santo buon figliuolo, che ha saputo collocarsiper benino nel calendario; un Santo a cui piacciono labaldoria, le mascherine, il veglione, le cene dopo il veglionee il resto dopo cena; un Santo che gongola tuttose per poco il suo giorno esce dalla sessagesima perentrare nella settimana grassa! Mi par di vederlo: stamattinaè sceso dalla sua nicchia ed è andato a ringraziareSant’Ambrogio, a cui deve se oggi gli è rimastoun cantuccio del mondo cattolico dove sottrarsi allapredica ed al digiuno. Sant’Ambrogio gli ha stretta lamano e gli ha risposto che tra Santi....»

Vedendo che nessuno ride, Aniceto interrompe la suaghiotta eresia, crolla le spalle, vuota d’un fiato un lungobicchiere di sciampagna e si lascia andare sulla poltroncina,dicendo in un’ottava più bassa: «Viva SanCorrado!...»

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...

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