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SCRITTORI D'ITALIA

G. BOCCACCIO

OPERE VOLGARI

XII

GIOVANNI BOCCACCIO

IL COMENTO ALLA DIVINA COMMEDIA E GLI ALTRI SCRITTI INTORNO A DANTE
A CURA DI DOMENICO GUERRI
VOLUME PRIMO

BARI

  GIUS. LATERZA & FIGLI
  TIPOGRAFI-EDITORI-LIBRAI

1918

PROPRIETÁ LETTERARIA

GIUGNO MCMXVIII—49326

A PIO RAJNA E GIROLAMO VITELLI

I

VITA DI DANTE

I

PROPOSIZIONE

Solone, il cui petto un umano tempio di divina sapienzia fu reputato,e le cui sacratissime leggi sono ancora alli presenti uomini chiaratestimonianza dell'antica giustizia, era, secondo che dicono alcuni,spesse volte usato di dire ogni republica, sí come noi, andare e staresopra due piedi; de' quali, con matura gravitá, affermava essere ildestro il non lasciare alcun difetto commesso impunito, e il sinistroogni ben fatto remunerare; aggiugnendo che, qualunque delle due cosegiá dette per vizio o per nigligenzia si sottraeva, o meno che bene siservava, senza niun dubbio quella republica, che 'l faceva, convenireandare sciancata: e se per isciagura si peccasse in amendue, quasicertissimo avea, quella non potere stare in alcun modo.

Mossi adunque piú cosí egregi come antichi popoli da questa laudevolesentenzia e apertissimamente vera, alcuna volta di deitá, altra dimarmorea statua, e sovente di celebre sepultura, e tal fiata ditriunfale arco, e quando di laurea corona secondo i meriti precedentionoravano i valorosi: le pene, per opposito, a' colpevoli date noncuro di raccontare. Per li quali onori e purgazioni la assiria, lamacedonica, la greca e ultimamente la romana republica aumentate, conl'opere le fini della terra, e con la fama toccaron le stelle. Levestigie de' quali in cosí alti esempli, non solamente da' successoripresenti, e massimamente da' miei fiorentini, sono male seguite, ma intanto s'è disviato da esse, che ogni premio di virtú possiedel'ambizione; per che, sí come e io e ciascun altro che a ciò conocchio ragionevole vuole guardare, non senza grandissima afflizioned'animo possiamo vedere li malvagi e perversi uomini a' luoghi eccelsie a' sommi ofici e guiderdoni elevare, e li buoni scacciare, deprimeree abbassare. Alle quali cose qual fine serbi il giudicio di Dio,coloro il veggiano che il timone governano di questa nave: perciochénoi, piú bassa turba, siamo trasportati dal fiotto, della fortuna, manon della colpa partecipi. E, comeché con infinite ingratitudini edissolute perdonanze apparenti si potessero le predette coseverificare, per meno scoprire li nostri difetti e per pervenire al mioprincipale intento, una sola mi fia assai avere raccontata (né questafia poco o picciola), ricordando l'esilio del chiarissimo uomo DanteAlighieri. Il quale, antico cittadino né d'oscuri parenti nato, quantoper vertú e per scienzia e per buone operazioni meritasse, assai ilmostrano e mostreranno le cose che da lui fatte appaiono: le quali, sein una republica giusta

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