F. DE ROBERTO
La Sorte
NUOVA EDIZIONE
MILANO
LIBRERIA EDITRICE GALLI
DI
C. CHIESA E F. GUINDANI
Galleria V. E. 10-80
—
1891
PROPRIETÀ LETTERARIA
DIRITTI DI TRADUZIONE RISERVATA
Milano — Stabilimento Tip. E. Trevisini, Via Larga, 15.
La presente edizione della Sorte non è unasemplice ristampa del volume pubblicato conquesto titolo nel 1887. Alle prime sette novelle,ritoccate qua e là, se n'è aggiunta unanuova; e per rendere meglio evidente l'unitàd'ispirazione con cui furono scritte, sonostate ora tutte collegate in modo da formarecome un piccolo ciclo e quasi altrettanti capitolid'un'opera sola.
Milano, 30 Giugno 1891.
[1]
[3]
La principessa di Roccasciano, sprofondatanella grande poltrona di velluto rosso,con uno scialle avvolto sul petto scarno euna coperta sulle gambe, dopo aver rimescolatelentamente le carte, posò sul tavolodal tappeto verde il mazzo perchè il cavaliereFornari lo tagliasse, e ricominciò la solitapiccola partita con un'esclamazione diprofonda sfiducia.
— È inutile, non ho fortuna!
— Voi siete incontentabile, zia! — risposeil cavaliere, annusando la presa che tenevaancora fra le dita.
— Se non ne azzecco neppur una!... Seperdo da una settimana!... Che ne dici diquesto tabacco?
Il cavaliere sospirò fortemente, socchiudendogli occhi, con una contrazione deimuscoli del viso che finì in uno sternuto:
[4]
— Ec...cellente!... In coscienza, però, voinon potete lamentarvi; l'altr'ieri m'avetevuotate le tasche!
— Una volta non fa legge!
Come all'orologio scoccarono le due, laprincipessa parve in preda ad una inquietudine:guardava tutt'intorno, sbagliava il suogiuoco. Alla scampanellata che risuonò aun tratto:
— Fanny, chi è? — gridò alla cameriera,impaziente.
E mentre il cavaliere salutava i nuovivenuti, il marchese Sanfilippo e il padreAgatino, che si disponevano in giro, la principessapareva sulle spine, accumulava svistesu sviste, di sotto le carte faceva segni d'intelligenzaal marchese e al monaco, che rispondevanocon altri piccoli cenni, comeper dire:
— Pazienza!
— Che seccatore!
Il cavaliere continuava a giuocare, nonaccorgendosi di niente.
— Che cos'avete a desinare? — gli domandòil marchese, mandandolo via cogliocchi.
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— Io? Nulla! Un filo di spaghetti al sugo,un merluzzo, due cime d'asparagi, una braciuola,mezzo pollo, un pan di Spagna...
La principessa adesso stava a sentire, estatica,cogli occhi luccicanti e la bocca socchiusa,dimenticando le carte nell'ammirazionedi quello stomaco fenomenale.
— Come t'invidio! Io non digerisco più!
— Oh, non è che mangi molto! — disse ilcavaliere, alzandosi a stento — Mangio cometutti gli altri galantuomi