LA
VITA ITALIANA
DURANTE LA
Rivoluzione francese e l'Impero
Conferenze tenute a Firenze nel 1896
DA
Cesare Lombroso, Angelo Mosso, Anton Giulio Barrili, Vittorio Fiorini, GuidoPompilj, Francesco Nitti, E. Melchior de Vogüé, Ferdinando Martini, Ernesto Masi,Giuseppe Chiarini, Giovanni Pascoli, Adolfo Venturi, Enrico Panzacchi.
MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1897.
PROPRIETÀ LETTERARIA
Riservati tutti i diritti.
Tip. Fratelli Treves.
CONFERENZA
DI
E. Melchior de Vogüé.
Questa conferenza fu tenuta in francese; essa futradotta in italiano da Guido Biagi.
Signore e Signori,
Alla Società di pubbliche letture, chiamandomia Firenze, piacque concedermi di parlarvi dellavostra storia nella mia lingua nativa. Mi scuseròcon essa e con voi; e quasi avrei intenzione discusarmi con coteste nobili figure di Luca Giordano,avvezze ad ascoltare l'idioma che PaulLouis Courier, ellenista di gusto così squisito esicuro, affermava “la più bella delle lingue viventi„.Ma un forestiero mal volentieri si arrischiaa balbettare la purissima lingua italianaa un'eletta di ascoltatori toscani.
Eppure, a Firenze io non mi sento del tuttostraniero; e ci torno per pagare un tributo aquei luoghi che furono i primi educatori del miointelletto. Consentite che io mi lasci vincere daipersonali ricordi: perchè dinanzi a ognuna diqueste pietre eleganti, così sature di bellezza edi storica maestà, io ritrovo le impressioni lontaneche la vita non potè cancellare.
[304]Uscito di collegio, m'avevano condannato astudiar legge in una delle nostre città di provincia:scappai, piantai lì le Pandette e le Istituzioni,e spiccato il primo volo di viaggiatorevenni a posarmi in Firenze, dove passai sei mesinello studio dei vostri monumenti, delle vostrearti e della storia vostra. Cotesta iniziazione fuper me una vera ebbrezza: scopersi il mondodella bellezza all'aurora della vita; e qui cominciaia scrivere, ma fortunatamente per i mieicontemporanei e per me, ho perduto i mieiscritti fiorentini: erano una tragedia in versisul conte Ugolino che divorava i figliuoli perconservar loro il padre. Avendola perduta, hoqualche volta l'illusione di credere che fossestupenda.
L'amore alla storia, alla storia viva, drammatica,scritta su tutte le vostre mura, s'impadronìdi me a Firenze, e mi distolse da quella poesiada collegio. Già fin d'allora, leggendo Dino Compagnie i vostri altri antichi cronisti, mi trovaidinanzi ad uno dei problemi insolubili che s'impongonoallo spirito umano: come si spiega l'eternacontradizione che esiste fra le cupezze, lefollie, le crudeltà di cui parlano i libri, e le cosesorridenti, meditative, pacifiche che qui parlanoagli occhi? Ecco un luogo d'elezione, dove lanatura e gli uomini hanno cooperato per c