ROMANZODI GABRIELE D'ANNUNZIO.
PRESSO I FRATELLI TREVES IN MILANO. MCMX.
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17.º migliaio.
PROPRIETÀ LETTERARIA ED ARTISTICA.
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Copyright by Fratelli Treves, 1910.
Tip. Fratelli Treves.
A FRANCESCO COSELSCHI
È DEDICATO QUESTO LIBRO
DE AMICITIA
— Forse — rispondeva la donna, quasi protendendoil sorriso contro il vento eroico dellarapidità, nel battito del suo gran velo ora grigioora argentino come i salici della pianurafuggente.
— Non forse. Bisogna che sia, bisogna chesia! È orribile quel che fate, Isabella: non haalcuna scusa, alcuna discolpa. È una crudeltàquasi brutale, un'offesa atroce al corpo e all'anima,un disconoscimento inumano dell'amoree d'ogni bellezza e d'ogni gentilezza dell'amore,Isabella. Che volete voi fare di me? Voleterendermi ancor più disperato e più folle?
— Forse — rispondeva la donna, aguzzandoil suo sorriso che il velo pareva confondere[2]e quasi fumeggiare nei mobili riflessi, di sottoalle due ali ferrugigne che le coprivano gli orecchiinserite nel suo cappello a guisa d'elmettointessuto d'una paglia larga e forte come trùciolidi frassino.
— Ah, se l'amore fosse una creatura viva eavesse gli occhi, potreste voi guardarlo senzavergognarvi?
— Non lo guardo.
— Mi amate?
— Non so.
— Vi prendete gioco di me?
— Tutto è gioco.
Il furore gonfiò il petto dell'uomo chino sulvolante della sua rossa macchina precipitosache correva l'antica strada romana con un romboguerresco simile al rullo d'un vasto tamburometallico.
— Siete capace di metter la vita per ultimaposta?
— Capace di tutto.
Parve guizzarle tra i denti e il bianco degliocchi l'acutezza del sorriso formidabile comeil baleno d'un'arme a doppio taglio. Con la destrail furibondo afferrò la leva, accelerò lacorsa come nell'ardore d'una gara mortale, sentìpulsare nel suo proprio cuore la violenza delcongegno esatto. Il vento gli mozzava le parolesu le labbra arsicce.
[3]— Ora ho la vostra vita nelle mie mani comequesto cerchio.
— Sì.
— Posso distruggerla.
— Sì.
— Posso in un attimo scagliarla nella polvere,schiacciarla contro le pietre, fare di voie di me un solo mucchio sanguinoso.
— Sì.
Protesa ella ripeteva la sillaba sibilante, conun misto d'irrisione e di voluttà selvaggia. Everamente l'uno e l'altro sangue si rinforzavano,balzavano; l'uno contro l'altro parevano ardereed esplodere come l'essenza accesa dal