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DELLA
ARCHITETTURA GOTICA


DELLA
ARCHITETTURA GOTICA

DISCORSO

di

CARLO TROYA


Estratto dal Giornale il Giambattista Vico.


NAPOLI
STABILIMENTO TIPOGRAFICO DEL CAV. GAETANO NOBILE
1857


[3]

DELLAARCHITETTURA GOTICA

Io prendo a ridurre in un corpo solo ed a compendiare le cose,che ho sparsamente scritte sull'Architettura Gotica, secondo levarie occorrenze ora della mia Storia d'Italia ed ora del mio CodiceDiplomatico Longobardo. Fondamento primiero d'un talestudio è il fatto da me posto in chiarezza, che i Goti altri non furonose non i discendenti de' Geti di Tracia, ricordati da Erodoto,ed indi tragittatisi di là dal Danubio nell'Europa Orientale, ove piùtardi ebbero il nome anche di Daci. Ma nel presente lavoro nonposso ritessere i racconti dell'infinite loro trasmigrazioni, duranteil corso di nove secoli dall'età d'Erodoto, fino a quella incui vennero in Italia gli Ostrogoti di Teodorico degli Amali, edi Visigoti si condussero nelle Gallie Meridionali ed in Ispagnacol Re loro Ataulfo. Dovrò dunque starmi contento ad alcuni fattiprincipalissimi, lasciando la cura di rammentare gli altri alla TavolaCronologica, da me pubblicata fin dal 1842. Quivi s'additanoe chiamansi ad esame l'autorità ed i Documenti delle mie narrazioni,onde poi diedi un Prospetto ne' Fasti Getici o Gotici.

I Documenti, accennati nell'anzidetta Tavola Cronologica, piacqueroal celebratissimo Giacobbe Grimm, che tutti li riferì, e nonne omise alcuno, in un Discorso intorno a' Geti, da lui letto nel5 marzo 1846 all'Accademia di Berlino[1]. Altro egli non v'aggiunsedi nuovo fino al sesto secolo prima di Gesù Cristo, se non unacitazione d'Anastasio Sinaita intorno a' Daci o Dani. Ben l'animodovè godermi nello scorgere, che un uomo sì dotto calcasse lestesse vie, che io aveva tenute, per dimostrare l'identità de' Geti oGoti e de' Daci: ma non potei consentire alla sua opinione, chetutti costoro avessero formato un solo popolo co' Germani di Tacito,e però co' Longobardi guidati dal Re Alboino in Italia e coiFranchi tramutatisi nelle Gallie. Io non nego, che Geti o Goti e Germanivennero in principio dall'Asia, donde si partirono tutte legenti; ma già io aveva negato[2], ed or torno a negare, che i Germaniiriposti da Erodoto fra' popoli agricoltori dell'antica Persia nelle[4]regioni più felici del nostro globo fossero stati, per la nuda somiglianzadel nome, i progenitori de' Germani di Tacito, cotantoschivi, e per lunghi secoli, dell'agncollura ferma e stanziale. Nècredo, che quegli agresti abitatori de' rozzi e vili tugurj descrittida Tacito avessero conservato alcuna memoria dell'ArchitetturaOrientale, allorchè di mano in mano s'andarono allargando nell'inospiteselve interposte fra il Reno, il Danubio ed il Baltico.Sia stata qualunque l'età, in cui da una regione qualunque dell'Asiagiunsero in questi altre volte sì paurosi spazj d'Europa gliantenati de' Germani di Tacito, egli è certo che v'inselvatichirono,e vi perdettero la rimembranza d ogni precedente lor civiltà, sepur l'ebbero: egli è certo, che tali senza niuna di queste rimembranzedurarono per molti secoli, nè prima dell'ottavo

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